Descrizione
Un uomo – la voce narrante – scrive una lettera a una donna. Tra il libero flusso dei pensieri emerge la storia di un meridionale emigrato in Germania negli anni Settanta o giù di lì, che poi imprime una svolta repentina (e più redditizia) alla sua vita – qualche chilometro fuori dalla legalità. Trascorre anni in carcere, viene lasciato dalla moglie e dal figlio e trova lei, Vera, la destinataria della lettera, scesa a Milano dal suo paesello alpino per lui, che a più riprese cerca di redimerlo portandolo sulla via del Signore. Tra pagine grottesche e violente, con improvvisi picchi esilaranti, quest’uomo che finge di saperla lunga affida tutto il suo futuro e una curiosa ricerca di salvezza a una donna non meno tormentata di lui. Da un incontro del genere, poteva scaturire solo un’ilaro-tragedia nera e sorprendente.
Una sgangherata epica individuale sul traffico di esseri umani vista da una prospettiva insolita: la coscienza delirante di un personaggio, un passeur, che si vorrebbe ragionevole, marito e padre incompreso, emigrante ben prima dei migranti, salvatore di vite altrui. E invece è: nero, saggio molto a modo suo, completamente allo sbando. Un uomo che, malgrado la crescita esperienziale, non è capace di resistere alla propria anima e, quindi, al proprio destino. Il racconto di Michele Lupo è una bella, terribile metafora sulla forza cieca e tragica del carattere.
Pier Paolo Di Mino