Descrizione
Nei manuali di storia europea del XX secolo, scarsa attenzione viene di regola prestata al “conflitto Nordirlandese”. Passa così sotto silenzio, in tutto o in larga parte, la gravità di una tragedia che, pur con qualche breve intervallo si è protratta dal 1921 a oggi e che ha visto almeno cinque generazioni di persone nascere, vivere e morire, senza aver mai aver conosciuto il significato concreto della parola “pace”.
Oggi, nell’Ulster, vige una situazione di “tregua”, che fu inaugurata dagli accordi del 1998. Le parti belligeranti – i repubblicani e indipendentisti da una parte e i monarchici filobritannici dall’altra – si impegnarono a sciogliere le organizzazioni paramilitari, a consegnare le armi affinché fossero distrutte, e a condurre la lotta solo sul terreno della legalità. Si è così smesso (ma non del tutto) di sparare e di buttare bombe. Ma la tregua non equivale ancora alla pace. Le cause di questo conflitto non sono ancora state rimosse né sufficientemente neutralizzate. La tregua è una realtà fragile, che un solo sparo potrebbe ancora guastare. E intanto sulle coscienze come sui rapporti civili pesano ancora enormemente il dolore per le migliaia di vittime senza giustizia, la rabbia per tutti gli assassinii rimasti impuniti e la sfiducia verso governi che su queste cose non hanno mai fatto piena chiarezza.